Uscita del Sabato, sul Battifolle tutta pari..

Come sempre il ritrovo presso il Centro Commerciale “ La Torretta “ ha dato,il via alla consueta uscita del sabato dei “ragazzi” della Torretta Bike, reduci dalla prima gara dell’anno a Marina di Bibbona della domenica precedente. L”acido lattico nei muscoli ma soprattutto il tasso alcolico del dopo corsa di domenica non erano ancora stati assorbiti ragion per cui il Battifolle appariva ancora più lontano del solito; tuttavia il ricordo del nostro amico Sergio ( Il Veloce) che sul Battifolle aveva fatto l’ultima uscita ufficiale con noi, ci ha aiutati a macinare i 50 km con gli oltre 1200 metri di dislivello per poter apporre una targa ricordo del nostro carissimo amico.
Alle 4 Mura ci aspettava l’altra metà del gruppo, per un totale di 13 che chiamare “ciclisti” pare onestamente azzardato.
Asfalto fino al passo del Trebbio passando da Boveglio e poi inizio dello sterrato, uno sterrato che a detta del Pera doveva essere “ tre o quattro “pettatine” poi un pezzetto semmai “ da fare a zepponami “ ma poi siamo subito al rifugio Uso di Sotto.....
ma diamine, che ci vole.... andiamo no ? semmai si scende di bicicletta, si va a piedi e poi siamo subito li ... e che diamine...
Tutto bene fino al Trebbio ma quando comincia lo sterrato, cominciano i dolori: anzi no, prima quando eravamo sull’asfalto il Bullone l’ha tentata di fermarsi con,la scusa della catena che si stava rompendo, di tre denti della corona piegati.... ma niente ! Il Moro ha subito provveduto ha addirizzato i denti della corona colle pinzette e quindi al Bullone n’è tocco rimontà in bicicletta e ripartì.


Fin dai primi metri della sterrata che chiamarla sterrata era una esagerazione, abbiamo capito che non sarebbe stato un pomeriggio facile.
Un continuo sali- scendi, poco scendi e tanto sali, ma non un sali normale, salite con pietre cementate del 20 %, pochi metri di discesa e di nuovo cemento, cemento, sempre cemento. Nel silenzio delle valli risuonava il silenzio assordante della fatica degli pseudo Bikers Porcaresi, alternato con un campionario di bestemmie patrimonio esclusivo di noi toscani e tra tutti i toscani solo di noi lucchesi; c’era addirittura chi come Dondolo cadeva addirittura in salita ma siccome era davanti a tutti, s’è rialzato come una molla e nessuno l’ha visto se non che, arrivati al rifugio Uso di Sotto, ilBullone ha notato un mucchietto di terra sulla spalla di Dondolo che ha dovuto confessare l’ennesima caduta che lo costringerà a versare 5 euro nel salvadanaio delle cadute a forma di maialino.


Alla sommità del Battifolle il momento più commovente del pomeriggio, quello del posizionamento della stele in ricordo del nostro amico Sergio che aveva fatto di questi percorsi il suo territorio di allenamento preferito.
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Ogni volta che passeremo da queste parti non mancheremo di soffermarci in silenzio qualche minuto accanto alla sua foto per ricordare le tante uscite fatte con lui, le fatiche, le risate, la sua gentilezza la disponibilità ma soprattutto il suo sorriso ammaliante, quello fissato nella foto che abbiamo voluto apporre qui alla sommità della salita del Battifolle.

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Ora è arrivato il momento di salutarci Sergio, anche tu non avresti voluto, sono sicuro, che si facesse troppo lunga... perché come dicevi sempre “ Sennò si piglia il diaccion”. Foto insieme a te e poi via, giù verso il Rifugio.
Pensavamo che una volta arrivati al rifugio il più fosse fatto e invece....
I gestori del rifugio d’accordo col Pera, hanno iniziato a portare taglieri con affettati nostrali, formaggi, marmellata di cipolle, pane, vino rosso e ogni altro ben di Dio a cui non abbiamo saputo rinunciare... il Tigaro mesceva, noi tutti si beveva,l’unico che beveva vino annacquato era Dondolo ( vergogna,,,).20210515_164822jpg
Non è dato a sapere quante bottiglie abbiamo seccato, erano tante ma la mazzata finale alla nostra lucidità l’ha data la bottiglia di vino santo che ha bagnato la crostata di frutta fatta apposta per noi dal gestore del rifugio Uso di Sotto.20210515_164910jpg
20210515_165012jpgMentre tutto volgeva al termine, quando ci apprestavamo a compiere l’ultima impresa, quella di alzarci dal tavolino, chi appare ? Il Costola tutto solo che arrivato ha pronunciato queste parole: “ ... vi si sentiva urlà dal Tambufino...!!! 

Il Costola tra un bicchiere di vino dolce e l’altro ha ricordato la sua caduta su Montecarlo dove si ruppe le famose 7 costole e poi si è alzato e ha pronunciandola seconda frase celebre del pomeriggio: “ ragazzi devo andare..” qualcuno gli ha detto : “ ma du vai ?” E lui : “ vado alla Macchia Antonini...”
alla macchia Antonini ?????? M è guasi buio, o che ci fai alla Macchia Antonini ?
“ Nulla faccio una pisciata e torno indietro “ Gente questo è il Costola, prendere o lasciare. E noi lo abbiamo lasciato.
Immersi nei fumi dell’alcol dei pensieri e dei ricordi ci siamo gettati a capofitto nella discesa del Telegrafo, incuranti delle buche, dei sassi,dei tronchi e di tutto quello che si trovava sul sentiero; la nostra testa,i nostri pensieri erano altrove;
quasi senza accorgersene siamo arrivati ognuno nelle nostre case ancora colmi dei ricordi di un pomeriggio indimenticabile.


IL PROF.

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